Oggi la bicicletta a pedalata assistita vive il suo momento di massima diffusione. Le continue migliorie tecniche unite a una crescita della consapevolezza sulle reali potenzialità del mezzo e a politiche internazionali volte a incoraggiare l’utilizzo di mezzi ecologici ha reso possibile un vero e proprio boom del settore, che si sintetizza nei dati di vendita mondiali: oltre 35 milioni di biciclette elettriche circolano oggi in tutto il mondo.
Scelta salutista
C’è chi ha acquistato un pedelec per questioni pratiche, chi sostiene la causa della mobilità sostenibile e chi, ancora, ha semplicemente assecondato quella che è diventata una moda. In ogni caso, la diffusione delle bici a pedalata assistita rappresentano una dinamica di forte interesse sociale; il concetto di smart city è sempre meno utopico e sempre più tangibile, verte sulla dismissione di tutti quei mezzi che inquinano e sporcano l’aria delle piccole e grandi città, su nuove abitudini di spostamento basate sullo sfruttamento della tecnologia elettrica, sulla realizzazione di tecnologie a misura di cittadino e rispondenti alle reali esigenze della gente. La e-bike è il prodotto di punta di un modo di vedere il mondo, orientando le proprie condotte verso comportamenti virtuosi e rispettosi dell’ecologia.
Non è un caso che gran parte delle città italiane zavorrate dal problema del traffico interno abbiano sviluppate proprie piattaforme di e-bike sharing, incoraggiando i cittadini a usare meno l’auto di proprietà in favore di una sana biciclettata.
La bici elettrica fa bene al cuore
Fare sport giova alla salute, si sa. La bicicletta elettrica rappresenta un’ottima soluzione per muoversi senza troppa fatica, in modo pratico ma anche salutare. Le conferme giungono da una ricerca condotta da un’equipe dell’University of Colorado Boulder eseguito su un campione di soggetti sedentari e poco inclini all’attività sportiva. Per la conduzione dello studio, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di praticare 2 ore di bicicletta elettrica a settimana. In soli 30 giorni, tutti i soggetti hanno evidenziato netti miglioramenti nella circolazione cardiovascolare e una più alta resistenza allo sforzo aerobico. Davvero niente male, se si considera lo sforzo minimo dispiegato dai 40 che hanno preso parte al test.